LEuropa
informatica e lItalia:
Problemi
e prospettive
Cagliari
21-22 marzo 1997
Convegno
Internazionale
INTERVENTO DEL DOTT. MAZZOLA
Io lavoro allISTAT.
NellAula Magna dellIstituto è scritto: numerus fondamentum
rei publicae. Quindi noi siamo da sempre abituati a trattare linformazione
con il numero, eppure anche per lISTAT, per gli statistici che
dal tempo dei Romani sono abituati a trattare linformazione con
il numero è difficile trattare linformazione con il digit. Questo
passaggio ha comportato difficoltà non indifferenti. Quindi adesso,
anche per coloro che invece non sono da sempre abituati a trattare linformazione
con il numero, il passare a considerare linformazione come digit
è una cosa molto faticosa. Oltretutto noi viviamo in una società in
cui il ciclo innovativo è molto rapido. Abbiamo visto, e basterebbe
rileggere i quotidiani e riascoltare comunque i mass-media, che abbiamo
assistito a un passaggio. Si è scritto e si scriveva prima, e si diceva
per esempio in occasione delle elezioni politiche che il calcolatore,
il cervellone fa i conti. Adesso invece, e non è un caso, la parola
cervellone è scomparsa e al suo posto ce nè unaltra, cè
network e soprattutto cè Internet. questo vuol dire
che è successa qualche cosa, è cambiata qualche cosa. Questa trasformazione
è stata possibile perché il progresso tecnologico, come abbiamo sentito
fin da ieri, ha consentito labbattimento sia dei costi della memoria
sia dei costi della capacità elaborativa, per cui ci siamo tutti riempiti
di PC. Ora, essendo stato possibile avere questa grande opportunità,
avere a disposizione negli uffici, nelle imprese, nelle case strumenti
di automazione è chiaro che si è sentita la necessità e lopportunità
di collegare questi strumenti, e nasce il concetto di rete, per cui
da quello che era prima un cervellone si passa al concetto di rete..
Ora, cosa è successo? Che il mondo delle imprese si è immediatamente
adeguato perché la disponibilità di molta capacità elaborativa, di molta
memoria ha obbligato limpresa a adeguarsi, perché bisognava scegliere
se rimanere sul mercato o scomparire, se rimanere competitiva o scomparire:
quindi ha modificato anche i suoi processi di produzione. Quindi il
mondo delle imprese si è adeguato, il mondo delle famiglie, dei consumi,
ha cominciato a consumare questo nuovo oggetto. È rimasto in mezzo il
mondo della P.A. che ancora non si è adeguato.
Io illustrerò brevemente
lEuropa informatica. LEuropa informatica abbiamo visto da
ieri che è in fermento e ha fatto molte cose. Nel Trattato di Maastricht,
per es., è prevista la promozione forte dello sviluppo della telematica,
e ciò va interpretato sicuramente come una risposta alle ormai famose
"autostrade informatiche americane" di Al Gore. Questo progetto
di promuovere la telematica è sicuramente molto complesso, e quindi
non può essere legato a una singola nazione: occorre uno sforzo, un
coordinamento, una cooperazione, e si basa sul concetto, come dicevo
prima, che linformazione è diventata un digit e va interpretata
ormai come motore delleconomia. Quindi, che cosa ha fatto lEuropa
informatica? LEuropa informatica, e soprattutto per quello che
riguarda la parte statistica, si è data da fare. Il Trattato di Maastricht
ha: a) stabilito di promuovere la telematica; b) proposto la costituzione
di un progetto-quadro; c) stabilito di verificare cosa fa questo progetto-quadro.
È stato così creato il Progetto IDA (Interchange of Data between Administrations),
progetto molto ambizioso che nasce da altre attività che nel frattempo
lEuropa comunitaria aveva intanto avviato. Questo Progetto IDA
è nato nel 93 e ha avuto una prima fase attuativa nel 97 e adesso è
stato ulteriormente approvato dal Consiglio, finanziato e coprirà il
periodo che va dal 97 a oltre il 2000. Che cosa fa questo Progetto IDA?
Ha lo scopo di fornire un sostegno ai progetti comunitari riguardanti
gli scambi telematici fra le amministrazioni dellUE. In Italia,
in particolare, sono coinvolti il Ministero dellagricoltura, il
Ministero delle finanze, il Dipartimento delle politiche comunitarie,
lAIPA e lISTAT per quanto riguarda le statistiche.
Il Trattato di Maastricht
già aveva dato alcune indicazioni: aveva detto che occorreva promuovere
le telecomunicazioni, che facendo ciò si hanno sicuramente degli effetti
finanziari, che bisognava fare dei progetti di interesse comune perché
un obiettivo così ambizioso non può essere perseguito da una sola nazione
e, calandosi un po' più nel tecnico, che questi progetti dovevano esser
disponibili per tutti. Naturalmente occorreva una gestione coordinata
e un orientamento ben preciso. Che cosa significa questo, detto in termini
molto rapidi? Significa che, come anche ieri è stato sottolineato, lottenimento
di questi obbiettivi passa attraverso due cose fondamentali: delle regole
che devono essere assolutamente rispettate, cioè gli standard, e la
liberalizzazione del mercato. Le linee guida sono: lampliamento
dellUnione Europea, la globalizzazione delle aree di servizio;
la liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni; la convivenza,
come dicevo prima, con cicli di innovazione che adesso risultano abbreviati
per i progressi tecnologici; gli standard per linterrogabilità;
quindi produrre per il futuro in un ambiente che è continuamente in
evoluzione, ambiente che è dellEuropa unita. Ci sono vari settori
in cui questo Programma IDA opera e si articola. Naturalmente IDA prevede
sia una parte che riguarda laspetto fisico di realizzazione dellinfrastruttura
telematica, sia problemi di organizzazione, di gestione di questo grande
sforzo, perché è una cosa molto faticosa. Si parla sempre di realizzare
questa possibilità di comunicare con tutti, di realizzare quello che
tutti chiamano il villaggio globale. In realtà bisogna tener presente
che tutti gli strumenti necessari a realizzare questa cosa sono presenti,
perché i ponti-radio sono presenti, i satelliti sono presenti, li vediamo
che girano intorno alla Terra, le linee telefoniche sono presenti e
le utilizziamo, i telefoni ci sono, i computer sono presenti sia nel
mondo delle imprese che nel mondo delle famiglie. Quindi gli elementi
che costituiscono questo network, questa rete per un villaggio globale
ci sono tutti. Che cosa manca? Manca lorganizzazione, lintegrazione
di questi pezzi luno con laltro. Per integrare servono ovviamente
le regole, cioè gli standard. La rete Internet è molto conosciuta, il
suo successo è in parte scientifico e in parte commerciale: essa basa
il suo successo sulla presenza di una regola, una regola non scritta
in nessun trattato, che non si trova in nessun atto ufficiale, ma è
una regola che si chiama protocollo in trasmissione, per cui chi vuole
entrare su Internet utilizza un protocollo di trasmissione, che ha un
nome, è uno standard, cioè è una regola. IDA ha proprio questo obiettivo,
lobiettivo di gestire un insieme di reti transeuropee tra le amministrazioni,
tra applicazioni di settore, quindi tra enti come può essere lISTAT,
lEUROSTAT, tra amministrazioni pubbliche, tra imprese: quindi
punta alla realizzazione di uninfrastruttura telematica che possa
offrire molta capacità di servizio. IDA avvicina le amministrazioni
e la sua ultima proposta ha un nome molto significativo, si chiama TESTA
ed è uninfrastruttura telematica che è una base, una specie di
zoccolo duro sul quale si dovrebbero appoggiare tutti i tipi di telecomunicazioni,
dalla posta elettronica al trasferimento di files: è linfrastruttura
fisica alla quale la comunità europea è pervenuta dopo un bel po' di
anni di lavoro. I progetti settoriali esistono e riguardano tante aree,
dalle dogane alla pesca, allagricoltura, alla sicurezza sociale,
alle banche centrali, alla sanità, ecc.; ma lUE dice che non è
possibile costruire uninfrastruttura per ogni progetto, occorre
costruire uninfrastruttura di base sulla quale si appoggino tutti
i progetti. Ed è questo il concetto che ha portato alla realizzazione
di TESTA.. La CE è partita con un progetto piccolo, di ambizioni ridotte,
che si chiama STATEL (cioè statistic teletrasmission), che quando è
stato concepito era una passerella informatica per mandare degli atti
da Roma a Lussemburgo, da Madrid a Lussemburgo. Su questa base lUE
e IDA hanno lanciato un altro progetto che si chiama STADIUM, che è
un centro di raccolta, serve più che altro allUE : immaginate
quante informazioni di tipo statistico riceve lEUROSTAT da 15
Paesi dellUnione. Siccome occorreva gestire in modo razionale
tutta questa quantità di informazioni che pervenivano o su supporto
magnetico, o su carta, o, in pochissimi casi, in modo telematico, lEUROSTAT
ha lanciato questo progetto, che permette di ricevere, smistare, tenere
memoria della ricezione di tutto ciò che viene inviato dai vari Paesi
membri allEUROSTAT. Naturalmente tutto ciò basandosi su una regola:
in questo caso la regola, il protocollo è lEDI.
Andando avanti, oltre
a questo progetto lEUROSTAT a un certo punto si è trovato in difficoltà
perché non in tutti i Paesi la produzione delle statistiche è concentrata
in un unico ente come nel caso dellItalia, ma è distribuita su
più soggetti, e questo produce un grosso problema, perché gli interlocutori
per lEUROSTAT non erano uno - lIstituto che produce statistiche
- ma dieci (moltiplicate questo numero per tutti i Paesi dellUnione).
Allora lEUROSTAT ha lanciato un altro progetto che si chiama National
Server per creare un interlocutore unico allinterno di ogni Paese,
dotandolo di una struttura telematica e di regole standard, uguali per
tutti, in questo caso una piattaforma Unix. Attraverso questa piattaforma
standard, che è uguale per tutti, si fanno transitare tutte le devono
pervenire alla Comunità. Tutto ciò va inquadrato in un ultimo grosso
progetto che si chiama DSIS, sigla che in realtà serve per indicare
la creazione di un sistema informativo delle statistiche unico fra tutti
i Paesi dellUE, ossia un sistema che indipendentemente dal tipo
di piattaforme hardware, dal tipo di applicazioni software che girano,
metta a disposizione dellutente, del cittadino, impresa o famiglia,
la possibilità di accedere al patrimonio informativo statistico dei
Paesi dellUnione. Siccome è difficilissimo passare dallinformazione
come numero allinformazione come digit, lUE ha iniziato
con progetti piccoli, di basso respiro, per poi arrivare a programmi
sempre più ambiziosi. Tutto ciò è stato ormai realizzato: STATEL è in
funzione da circa otto anni, STADIUM ugualmente, National Server è a
regime ormai da quattro anni. Solo il sistema informativo delle banche
dati ancora non è pronto perché è un programma particolarmente difficile.
Una volta che tutto questo è stato provato, che si è visto che funziona,
che si può utilizzare e incrementare, una volta affrontato questo percorso
che è più organizzativo e gestionale che tecnico, lUE ha deciso
di occuparsi dellinfrastruttura, e ha creato questo progetto per
la realizzazione di una rete che si chiama TESTA (Trans European Service
for Telematic between Administrations). Attraverso questa base potranno
transitare informazioni statistiche, scambi di messaggi, posta elettronica,
trasferimento di files, trasferimento di informazioni di qualunque genere.
Lultima cosa che
vi voglio dire è questa. Per realizzare questa infrastruttura è stato
selezionato mediante una gara internazionale un provider; la gara è
stata vinta da una società che si chiama Global One, la quale realizzerà
fisicamente il servizio di infrastruttura telematica tra i 15 Paesi
dellUnione, offrirà servizi, provvederà a garantire assistenza
sulle applicazioni, che sono sicuramente diverse nei 15 Paesi, darà
assistenza e controllerà la qualità. Quindi non sarà nei 24 mesi contrattuali
che la Global One dovrà realizzare questo, magari ci saranno degli slittamenti
e dei ritardi; però sicuramente, essendo unimpresa, anzi un consorzio
di imprese, lUE avrà questa infrastruttura telematica di base.
Come vuole il Trattato
di Maastricht avremo lo sviluppo delle telecomunicazioni, avremo sicuramente
un incremento della cooperazione tra i Paesi europei, perché altrimenti
nessuno da solo potrebbe riuscire in questa impresa, in ogni Stato membro
avremo una crescita tecnologica, in termini di know-how, in termini
di crescita sociale e in termini di crescita economica.