Prof.
Giovanni DUNI
Ordinario di diritto
amministrativo
II Sessione. - Relazione
Roma, 1991
Linformatica
giuridica nel diritto amministrativo
IL
PROGETTO NAZIONALE DI
TELEAMMINISTRAZIONE
PUBBLICA
1)
Il progetto nazionale di procedure amministrative interamente elettroniche
ed il sottoprogetto sperimentale presso lUniversità di Cagliari.
2) Un investimento per la produttività dellamministrazione
italiana. 3) Le linee generali organizzative e le
garanzie del sistema. 4) Le utilità aggiuntive
realizzabili in connessione con il sistema di teleamministrazione.
1) Il
progetto nazionale di procedure amministrative interamente elettroniche
ed il sottoprogetto sperimentale presso lUniversità di Cagliari.
Trattandosi
di notizia recente, penso che solo una parte delluditorio sia
informata del fatto che è stato approntato un progetto preliminare di
passaggio dalle forme tradizionali del procedimento amministrativo ad
un rivoluzionario sistema che senza mezze misure, ma con la necessaria
gradualità preveda la totale soppressione delle procedure cartacee.
Queste saranno interamente sostituite da procedimenti ed atti formalizzati
direttamente in forma elettronica, attraverso un sistema telematico
che dovrebbe coinvolgere tutte le amministrazioni italiane, collegate
in unapposita rete.
Questo progetto
è sponsorizzato dal Dipartimento della Funzione Pubblica ed il Ministro
Gaspari, con grande sensibilità, ha dato il suo pieno appoggio alliniziativa.
Appoggio al momento, per la verità, non finanziario, data lassenza
di capitoli di spesa a disposizione del dipartimento: i fondi sono stati
richiesti al MURST, al CNR ed alla CEE. Ma forse, trattandosi di un
impegno consistente anche nella fase sperimentale, sarà necessaria una
legge diniziativa governativa che affronti di petto il problema
dal punto di vista concettuale e finanziario.
Cagliari,
e per la precisione lUniversità di Cagliari, si è candidata a
sede di una sperimentazione locale consistente nello studio delle riforme
giuridiche e metodologiche, nonché nellattuazione delle innovazioni
tecniche necessarie per la realizzazione del sistema in sede locale.
La sperimentazione avverrebbe nellambito della sua stessa amministrazione;
si tratta di una struttura che sembra essere una sede ideale per la
sperimentazione. Anzitutto le università godono oggi di autonomia nella
loro organizzazione e quindi non vi sono ostacoli giuridici ad ammettere
la forma elettronica di atti e procedimenti. Inoltre lAteneo cagliaritano
è di dimensioni non troppo grandi, da costituire impegno eccessivo se
si dovrà più volte aggiustare il tiro, ossia riprovare e
correggere sistemi di lavoro; ma neppure così piccole, da fare apparire
inutile una sovrastruttura informatica dellimpegno di quella programmata
nel progetto.
Fanno capo
allUniversità di Cagliari circa 1.600 unità di personale amministrativo
e circa 1.600 unità di personale docente. Ancora più rilevante è notare
larticolazione dellAteneo: numerose strutture sono dislocate
infatti nellarea urbana e suburbana, a volte anche a notevole
distanza. Sottolineo questa circostanza in quanto la dispersione sul
territorio, che di per sé è un aspetto negativo, agli effetti della
sperimentazione in vista della teleamministrazione pubblica nazionale,
costituisce un fattore positivo, poiché consente di rendere operante
il sistema del collegamento tra uffici distanti, realizzando un piccolo
modello di quello che poi dovrebbe essere il sistema nazionale che dovrà
collegare tutte le amministrazioni.
2) Un
investimento per la produttività dellamministrazione pubblica
italiana.
Parlare
di nuove spese mentre il Governo italiano sta contrattando con i partners
europei la collocazione dellItalia nei nuovi sistemi monetari
potrebbe apparire utopistico; ma così non è: occorre infatti tenere
presente che una delle accuse che ci viene posta dagli Stati che ci
guardano con occhio severo è proprio quella dellinefficienza del
nostro apparato pubblico, ossia della sua improduttività e conseguentemente
del suo costo, sproporzionato ai servizi che rende. Un miglioramento
del sistema, pur se implica una spesa nellimmediato, costituisce
il presupposto di una inversione di tendenza, verso unaccentuata
produttività. Il miglioramento dei servizi forniti dalla P.A., riversando
i propri effetti benefici dal settore pubblico a quello privato, dovrebbe
incidere positivamente, come effetto finale, sullintero reddito
nazionale. Conseguenza ultima sarebbe quindi un rientro della spesa,
ampiamente coperta da un maggiore gettito fiscale.
Non vi è
dubbio, infatti, che una delle principali cause di disfunzione dellamministrazione
pubblica risiede nel fatto che norme e sistemi amministrativi sono pressoché
immutati da quasi un secolo e mezzo. Quando lo Stato aveva pochi compiti
e si serviva di piccole strutture amministrative tutto poteva funzionare
nel migliore dei modi, anche con sistemi artigianali, basati in modo
inderogabile sulla redazione di documenti cartacei, garantiti da timbri,
firme e ceralacca.
Fino a poco
più di dieci anni fa non si era affacciata la possibilità di migliorare
il lavoro amministrativo eliminando una delle principali cause della
disfunzione: le carte. In una relazione al Convegno del CED della Cassazione
del 1978 mi avventurai a lanciare lidea dellatto amministrativo
in forma elettronica, ma fino ad oggi non ho spinto in tale direzione
poiché la tecnologia non si era ancora evoluta verso tecniche atte a
garantire in modo assoluto sia lautenticità degli atti sia linviolabilità
del sistema; ma su questo punto mi riservo di ritornare brevemente.
Ciò che
è importante ribadire è che, quando i documenti cartacei erano pochi,
la loro gestione non costituiva un problema, ma oggi appare chiaro che
la loro massa è tale da non essere più governabile, sia nellambito
del singolo ufficio, sai, ancora di più, nei rapporti tra uffici ed
amministrazioni differenti e distanti.
Chi si appresta
ad affrontare il problema delleliminazione della carte della Pubblica
amministrazione, deve, a mio avviso, partire da alcune considerazioni
di base. Anzitutto occorre sottolineare che la maggior parte, se non
la quasi totalità delle attività amministrative sono destinate ad altri
uffici, dello stesso o di altri enti. Una gran massa di carte, nelle
più varie procedure, deve semplicemente passare da un ufficio allaltro:
il più delle volte con onere della Pubblica amministrazione; molto spesso
addossando al cittadino lonere di procurare certificati, pareri
e nulla osta da concentrare in un procedimento avente come finalità
lemanazione di un atto conclusivo.
Se si approfondiscono
i vari procedimenti amministrativi, si scopre che le poche carte che
devono restare in mano al cittadino in via definitiva, perché non strumentali
per essere destinate ad altre amministrazioni, ben possono essere oggetto
di particolari cautele di tipo tradizionale, atte a garantirne lautenticità,
quali lapposizione di timbri e firme. (Dirò tra breve che cosa
è giuridicamente questo documento che che esce dai confini della P.A.).
Per ogni altro aspetto dell'attività sembra giunto il momento di voltare
pagina, attuando un nuovo modello di informatica.
Nuovo
modello perché non si tratta più di affiancare il tradizionale
lavoro amministrativo con strumenti informatici sempre migliori, ma
destinati ad operare su un binario parallelo rispetto alle procedure
tradizionali. Che cosa si fa oggi nella maggior parte dei casi?: A)
si duplicano sul calcolatore i dati del lavoro cartaceo; B) si chiede
allelaboratore di effettuare operazioni automatizzabili, che comunque
finiranno su carta, sopra il tavolo di un funzionario, che dovrà firmare
un provvedimento né più e né meno come se lo avesse preparato di persona.
Il difetto
del sistema ha le sue origini nel fatto che gli informatici, cioè gli
analisti dei problemi da risolvere con adeguate strutture hardware e
software, sono sempre stati condizionati da ostacoli normativi considerati
insuperabili. Leggi e regolamenti, che richiedono firme, timbri, registri,
sono stati sempre considerati dati immodificabili del problema.
Ma così
non è: la forma degli atti è per principio libera, se non è prevista
espressamente come cartacea. Il Consiglio di Stato ha avuto modo di
affermare che la forma scritta degli atti non è un principio assoluto
del nostro ordinamento (Sez. IV, 6 febbraio 1973, n. 92; sez. VI, 11
aprile 1975, n. 120), bensì un principio indotto dalla necessità di
esternazione di volontà in modo inequivoco e suscettibile di controllo
(cfr., per tutte, Sez. V, 30 ottobre 1973, n. 734; sez. VI, 4 marzo
1977, n. 177; sez. V, 30 settembre 1983, n. 413). In ogni caso una modifica
delle norme sarà indispensabile, sia per consentire la forma elettronica
quando è chiaramente prevista quella cartacea, sia per eliminare ogni
possibile dubbio. Sarà sufficiente una disposizione di carattere generale
che preveda la forma elettronica. Le finalità evidenziate dal Consiglio
di Stato sono comunque assicurate dalla possibilità sempre presente
di stampare su carta quanto contenuto nel supporto elettronico.
E appena il caso di sottolineare che ogni trasposizione su carta
costituirà una copia dellatto, che, nel suo originale
è esclusivamente elettronico.
Il nuovo
sistema di informatica amministrativa si chiama "teleamministrazione"
perché tutto il lavoro della P.A. dovrà svolgersi a mezzo terminali,
che possono essere anche dei computers, collegati allelaboratore
centrale a mezzo di una rete. Gli atti non saranno più su carta, ma
nella memoria dellelaboratore centrale. Alcuni studiosi hanno
chiamato questo mutamento "dematerializzazione", espressione
che mi sembra appropriata, perché quel minimo di materialità che è la
memorizzazione magnetica o quella laser dei dati appare trascurabile,
rispetto alla scomparsa della "cosa tangibile" che è l'atto
di carta. Stiamo entrando in una nuova fase del progresso nel quale
la stessa informatica (se la intendiamo come informazione automatica),
deve considerarsi superata: nel computer non risiede più l'informazione
su pratiche e lavori fatti altrove, ma risiede lo stesso lavoro amministrativo,
compiuto telematicamente.
Tutti i
passi della procedura non si faranno più prendendo carte e spostandole
da un ufficio allaltro, ma agendo secondo la sequenza prevista
dalla legge, in un procedimento amministrativo impostato presso il suddetto
elaboratore. Ogni tappa prevede l'accodamento automatico della procedura
presso il terminale del funzionario che deve intervenire successivamente.
Come accennato,
sarà sempre possibile la trasposizione su carta: come mezzo temporaneo
di lavoro, se un funzionario preferisce leggere su quel supporto anziché
sul monitor; oppure quando può essere utile un tabulato di raffronti,
controlli e statistiche. A parte, come si è detto, se copia dell'atto
deve uscire dall'ambito della P.A.
3) Le
linee generali organizzative e le garanzie del sistema.
Come si
è detto, Cagliari dovrebbe essere la sede della sperimentazione, ed
anche localmente un sistema di teleamministrazione evidenzierà i propri
vantaggi. Tuttavia è necessario avere ben chiaro che le utilità dellinnovazione
cresceranno con progressione direi geometrica man mano che il sistema
si estende. Il vantaggio infatti non deriva tanto dalla mera
forma elettronica, staticamente considerata, ma dalle innumerevoli
possibilità che tale forma consente, a cominciare dal fatto che
il documento è a disposizione di tutti i terminali collegati ed abilitati.
Poiché le interdipendenze tra amministrazioni varie e tra queste e gli
organi di controllo sono numerosissime, una nicchia avanzata di teleamministrazione
pubblica, non inserita in un contesto generale di teleamministrazione
generalizzata, pur conseguendo vantaggi, resterebbe ben lontana dalle
utilità enormi che l'interconnessione completa è in grado di assicurare.
Infatti tutte pratiche che devono uscire dal sistema locale dovrebbero
essere trasmesse su carta. E tutte le documentazioni che provengono
da altre amministrazioni non potrebbero non arrivare con i normali sistemi
postali o con appositi messi.
Come struttura
base di un disegno così grandioso si potrebbe in teoria pensare ad un
megaelaboratore al quale collegare tutti i terminali d'Italia: le protezioni,
le garanzie, gli standard di funzionamento sarebbero facilitati. Ma
appare molto più fattibile un sistema di elaboratori a dimensioni medie
(potrebbero essere a livello provinciale), interconnessi con rete locale
ai terminali di lavoro e via satellite tra di loro.
Rilevante
appare, agli effetti del corretto funzionamento del sistema, unaccurato
studio sulle modalità degli scambi di dati; di questa problematica si
occupano a fondo autorevoli studiosi. Si tratta dellE.D.I. (Electronic
Data Interchange). Vi sarà ampio spazio di lavoro per questi studiosi,
data la grande varietà di atti amministrativi da standardizzare ai fini
dell'Interchange.
In sostanza:
un atto che richieda più tappe, quali pareri di diverse autorità di
enti differenti, si imposterebbe aprendo la pratica da parte di un unico
ufficio: le altre autorità eserciterebbero in via telematica le proprie
competenze valutative, le cui determinazioni risulterebbero in premessa
dellatto conclusivo. La tecnica consente oggi (e consentirà di
più domani, con il miglioramento delle linee telematiche, via cavo e
via satellite) anche la trasmissione di documenti diversi dai testi,
quali disegni o copie di atti non memorizzati in forma di testo ma come
immagini, come gli atti di vecchia data.
Passando
ora alle garanzie, premetto subito che oggi possono essere di
tale livello, da superare di molte volte quelle dellera della
carta. Esse devono operare su più fronti:
1) firma
elettronica: il sistema deve assicurare che la manifestazione di
volontà effettuata con lintervento al terminale sia compiuta dalla
persona autorizzata (oggi non vi sono solo le schedine a banda magnetica,
ma quelle intelligenti e con vasta memoria. E possibile memorizzare
sulla stessa schedina gli estremi di ogni intervento, al fine di potere
sempre effettuare un riscontro incrociato tra luso della schedina,
in possesso del funzionario, e le risultanze del sistema centrale);
2) garanzia
di non alterazione successiva degli atti, nemmeno da parte di chi li
ha emessi: la nuova tecnologia chiamata WORM prevede dischi sui quali
si può scrivere una sola volta e non più cancellare; (ovviamente, in
caso di errori, anche se banali, occorrerà seguire la procedura della
correzione palese, restando sempre traccia di tutto);
3) garanzia
contro perdite di dati. Quotidianamente i dati devono essere memorizzati
contemporaneamente presso più sedi adeguatamente protette anche sul
piano fisico;
4) garanzia
nella trasmissione dei dati, contro errori tecnici e soprattutto contro
abusive intromissioni ed intercettazioni a scopo di conoscenza o di
alterazione degli stessi.
4) Le
utilità aggiuntive realizzabili in connessione con il sistema di teleamministrazione.
Per quanto
si possa sforzare la fantasia, è certo impossibile prevedere tutte le
utilità aggiuntive che potranno essere attuate a seguito dellintroduzione
della teleamministrazione, ossia dal solo fatto che tutta lattività
è memorizzata e telematicamente disponibile in ogni ufficio amministrativo
italiano: la pratica suggerirà sotto molti aspetti soluzioni migliorative
della organizzazione del lavoro e certamente la fantasia che può essere
consentita oggi sarà superata dalla realtà. Lesposizione sintetica
che segue non vuole essere quindi altro che una esemplificazione di
talune utilità che a priori si possono ipotizzare.