Le
cifre e le percentuali sopra riportate (particolarmente quelle in grassetto)
sono così eloquenti che non necessitano di particolari commenti. È certo
che un sistema economico non potrà reggere permettendosi il lusso di
lasciare improduttivo (o bassamente produttivo) oltre il 17% del reddito
nazionale, corrispondente allammontare del costo della Pubblica
Amministrazione, che a sua volta costituisce oltre il 40% dellintera
spesa pubblica.
Non
sono meno eloquenti i soli dati numerici della forza lavoro, la cui
disponibilità già aggregata non necessita di particolari elaborazioni
o interpretazioni: i dipendenti pubblici, infatti, avendo superato ampiamente
i 3 milioni e mezzo, rappresentano una quota del 22,67% dellintero
settore lavorativo dipendente nazionale ed il 15,5% di tutti i lavoratori,
autonomi compresi, come risulta dai dati ISTAT globali, riferiti al
1990.
Non
sono tuttavia né il numero dei dipendenti pubblici né la relativa spesa,
in sé considerati, le cause delle difficoltà economiche nazionali. La
debolezza del sistema discende dalla scarsità di servizi resi alla collettività
da questa enorme forza lavoro e dalla relativa spesa per le retribuzioni
e per i beni strumentali.
Non
si tratta soltanto di considerare il profilo del disagio per
il cittadino, considerato uti singulus, quanto i riflessi che
linefficienza di questo enorme settore di produzione di "servizi
non destinati alla vendita" (come li definiscono gli economisti
e lo stesso ISTAT) ha sul restante settore della produzione di beni
e servizi destinati alla vendita.
Come
va quantificata linefficienza della pubblica Amministrazione?
Si può dire che produca la metà di quanto dovrebbe o potrebbe? O piuttosto
solo un terzo? O il 10%? È difficile dare una risposta, soprattutto
perché sono difficili i termini di paragone, in mancanza di aziende
analoghe in concorrenza. In Francia la spesa pubblica è superiore a
quella italiana, ma, pur non potendosi dire che nel Paese transalpino
si raggiunga il massimo possibile, certamente si riscontra un grado
di efficienza (cioè di servizi resi), molto superiore al nostro. Se
poi pensiamo a quello che potrebbe essere un risultato ottimale di un
nuovo sistema di attività amministrativa, non correremmo rischi di sbagliare
troppo affermando che ciò che si produce non è più del 20% di quello
che potrebbe essere.
Se
è vero questo valore, significa che l80% della spesa per la Pubblica
Amministrazione è una perdita secca ed irrecuperata, che finisce per
gravare sul restante settore delleconomia nazionale sotto il profilo
di esborsi (fiscali e parafiscali), ai quali non segue la controprestazione
del servizio atteso. Di qui rallentamenti anche della produzione privata,
maggiori costi per unità di prodotto, perdita di competitività internazionale,
minori redditi privati, ridotti introiti fiscali, maggiore deficit di
bilancio o maggiore ricorso allindebitamento pubblico.
Il
confronto tra la realtà e quello che potrebbe essere non va fatto pensando
ad una ipotetica riduzione di spesa pubblica dell80%. Sarebbe
un ragionamento oltre che privo di prospettive, perché non perseguibile,
di portata riduttiva rispetto allipotesi di conseguimento della
controprestazione dei servizi auspicati. Visto il problema come lucro
cessante (mancanza di incremento della produzione privata, derivante
dalla mancanza o inefficienza dei servizi) il danno generale è ben più
grave rispetto ad una valutazione di danno emergente (mero risparmio
fiscale, per una minore spesa, oltre tutto impossibile).
Lentità
del problema della crisi del Paese è tale che ogni studioso deve porsi
la domanda se, dal proprio campo, può portare proposte concrete. E poiché
il diritto è un po come il sale nelle pietanze, certamente il
giurista può dare il suo contributo.
2) - Il
giurista di fronte al problema dellefficienza dellazione
amministrativa.
Va detto
che lintervento del giurista in questo tipo di problemi non è
"interpretazione della legge"; pur non mancando, come partenza,
anche questo aspetto, il giurista può intervenire sotto il profilo di
proposte normative di modifica dei sistemi organizzativi e procedurali.
Se il giurista è formalmente inquadrato in una struttura di supporto
allattività politica (Capo di gabinetto; Capo dellufficio
legislativo di un Ministro; componente di commissioni di studio ufficiali),
potrà formulare proposte il cui percorso verso leventuale concreta
attuazione è più breve. Se il giurista è uno studioso libero
pubblicherà i suoi studi contenenti le analisi e le proposte, con lo
svantaggio del più indiretto e lungo percorso verso una possibile realizzazione,
ma con lapprofondimento scientifico consentito dalla sua posizione
indipendente e perciò dalla opportunità di dedicare alla ricerca un
tempo continuativo, non interrotto dalla quotidianità dei problemi che
spesso derivano dalla collaborazione formale con il politico.
3) - Prudenza
ed indugi.
La fretta
è cattiva consigliera quando si tratta di dare corso alla realizzazione
di progetti aventi le caratteristiche congiunte della radicale innovatività,
della complessità, della dimensione, dellincidenza su realtà operative
che non possono sospendere la propria attività neppure per un breve
periodo.
Prudenza
impose, nel 1978, di non spingere verso una rapida e concreta attuazione
lidea dellatto in forma elettronica, del procedimento amministrativo
elettronico e della firma elettronica, che ebbi lonore di lanciare
nel convengo del CED della Cassazione di quellanno. La prudenza
era dettata non tanto dalla novità della proposta dellabbandono
della carta (anche se taluno, oggi pienamente convertito,
la giudicò temeraria), quanto dalla inadeguatezza che aveva dimostrato
la tecnologia dellepoca, tutta legata al tesserino tipo bancomat,
che rese il relativo sistema attaccabile dai criminali dellinformatica.
Oggi tuttavia
la situazione è completamente cambiata. 15 anni di progresso nellinformatica
e nella telematica equivalgono a 2000 anni di progresso dellumanità
negli altri settori. Potenza dei sistemi e delle reti, progresso nel
software, tecnologie finalizzate o finalizzabili alla sicurezza conferiscono
alle procedure informatiche una garanzia che la carta non ha mai potuto
dare. Garanzie che nel settore pubblico sono essenziali, sia dal punto
di vista della protezione contro guasti ed eventi accidentali, sia nella
prevenzione delle indebite interferenze nel sistema, con la consumazione
di reati informatici. Il timore di questi eventi non è mai eccessivo;
vi sono già numerosi esempi di reati informatici commessi in sistemi
nei quali teoricamente il dato elettronico non aveva valore ufficiale,
ma di fatto veniva utilizzato come tale, anticipando i tempi.
La permeabilità
ai reati del sistema pubblico richiede garanzie maggiori di quelle che
la prassi privata sta instaurando nelle transazioni commerciali. Nel
settore privato si sta già sperimentando la soppressione delle carte
e lutilizzo delle reti e degli elaboratori per concludere contratti
a distanza, ma qui i problemi sono meno complessi e la complessità riguarda
più i rapporti con lamministrazione tributaria che non il reciproco
affidamento tra i due partners commerciali.
Se la prudenza
è una virtù, passando allindugio si entra nellarea dellinopportuno.
È questa la fase che deve oggi essere evitata e così sembra che si stia
facendo, con le varie normative governative emanate agli inizi di questanno
in attuazione delle deleghe contenute nella legge 23 ottobre 1992, n.
421. Si sta quindi abbandonando, come unico metodo per il risanamento
delleconomia, l"alchimia" sui cambi monetari per
contrastare "speculazioni" in danno della nostra moneta che
il più delle volte sono solo risposte obbiettive del mercato internazionale
alla debolezza della nostra economia. È appunto questa debolezza che
va sconfitta, agendo sulle cause di fondo di essa, cominciando da quelle
sulle quali il progresso della scienza applicata consente di agire con
prospettive concrete di miglioramento, in una dimensione operativa enorme
e quindi impegnativa, ma dagli effetti proporzionati ad essa e con ripercussioni
sullintero tessuto produttivo.
Il progetto
Teleamministrazione si propone questo ambizioso obbiettivo; legato alla
già ricordata idea risalente al 1978, è stato approvato dal Senato accademico
e trasmesso dallUniversità di Cagliari al Ministero per lUniversità
e la ricerca scientifica e tecnologica (MURST) per la prima volta il
22 febbraio 1991 e poi di nuovo nel 1992 e questanno, come ricerca
sperimentale finanziabile con i fondi per grandi attrezzature. Nel novembre
1991 fu oggetto di apposita relazione nel convegno organizzato dal CED
nellaula magna della Sapienza. Il Governo è stato particolarmente
sensibile alle nuove istanze che andavano sempre più premendo verso
un rinnovamento dellinformatica pubblica: con il decreto legislativo
3 febbraio 1993, n. 29, ha perseguito obbiettivi di efficienza attraverso
una nuova organizzazione del lavoro, sorretta anche da sistemi informatici
adeguati; con il d. legisl. 12 febbraio 1993, n. 39, ha dettato una
serie di regole, ispirate al principio del sistema globale, ancorché
articolato, di tutte le pubbliche amministrazioni italiane; ha riconosciuto,
sia pure in termini generici, la validità degli atti elettronici, creando
così un presupposto giuridico importante per il passaggio concreto alla
teleamministrazione.
Con varie
norme contenute nei suddetti decreti Governo ha mostrato anche consapevolezza
che gli importanti principi innovativi della L. 7 agosto 1990, n. 241,
sulla riforma dei procedimenti amministrativi, non avrebbero trovato
attuazione concreta in assenza di un efficiente sistema informativo
globale. Tutti concetti perfettamente collimanti con il progetto teleamministrazione,
secondo il quale leliminazione delle carte, sostituite da atti
e procedure elettroniche aventi valore formale, non costituisce obbiettivo
primario, ma strumentale al conseguimento di un complesso di risultati
innovativi, tra i quali anche tutti i principali obbiettivi della L.
241/90. La pulizia estetica dei singoli uffici e la concentrazione
di interi armadi di archivio in un piccolo disco è un risultato utile
ed interessante, ma certamente non il più importante della teleamministrazione.
II
- IL CONTENUTO DEL PROGETTO
1) - Dallidea
al nome. Forma elettronica e rete.
Come già
detto, lidea di dare valore giuridico allattività svolta
in forma elettronica risale al 1978 e solo ragioni di prudenza hanno
fino a qualche anno fa sconsigliato di spingere verso una concreta realizzazione.
Lidea
fu ripresa nel 1990, e tradotta nel già ricordato progetto operativo
presentato al MURST nel 1991; il nuovo metodo di lavoro amministrativo
pubblico fu "battezzato" "teleamministrazione" nel
convegno della Corte di Cassazione del novembre 1991 (vedi nota n. 7).
Si volle sottolineare con lespressione il profilo più importante
del futuro delle nostre amministrazioni pubbliche, ossia la caratteristica
che le varie operazioni giuridico-amministrative saranno compiute a
distanza, ossia a mezzo di terminali collegati ad un mainframe, a sua
volta inserito in una rete nazionale.
Il requisito
della validità giuridica dellatto amministrativo in forma elettronica
è certamente un aspetto essenziale del sistema, un presupposto indefettibile,
ma non tanto un fine principale. Le tecnologie al servizio della telematica,
infatti, sono in grado di trasmettere solo messaggi elettronici. Trattare
della teleamministrazione equivale quindi ad affrontare largomento
dellamministrazione senza carta, ossia dellatto amministrativo
e del procedimento in forma elettronica, nonché della firma elettronica.
Daltra
parte, è vera anche laffermazione reciproca: senza la telematica
non sarebbe possibile unamministrazione senza carta, se non in
misura assai ridotta e quindi poco utile. Infatti è teoricamente ipotizzabile
un atto amministrativo elettronico, con pieno valore formale, racchiuso
in un elaboratore non collegato ad una rete di telecomunicazioni. Ma,
non appena sorge la necessità di rendere questatto disponibile
ad un altro ufficio non collegato in rete, riemerge la necessità della
carta che si era preteso di eliminare.
Come si
avrà modo di ribadire più oltre, la teleamministrazione non è una bandiera
per una crociata basata sul dogma della modernizzazione a tutti i costi:
la nuova idea, viceversa, vuole essere solo il mezzo per riorganizzare
il lavoro delle pubbliche amministrazioni. Per ottenere risultati realmente
nuovi è apparso necessario che tutti gli atti amministrativi siano disponibili
"in linea", in un sistema di rete telematica: e per conseguire
questo obbiettivo è, ovviamente, necessario il superamento della necessità
giuridica del supporto cartaceo.
Il superamento
di tale necessità deve essere pieno e completo, per non ricadere nella
situazione attuale, nella quale linformatica, pur avendo portato
taluni benefici, non ha operato un salto di qualità nella produttività
della P.A., poiché ha creato una duplicazione tra lattività formale
cartacea e linformatica, considerata mero ausilio. Il salto di
qualità si potrà avere solo quando, a mezzo della rete, sarà possibile
disporre non già di mere copie di originali su carta, ma di atti con
valore formale, sui quali operare direttamente le varie operazioni procedurali
previste dalle leggi che specificamente disciplinano quella determinata
procedura.
2) - I
principî innovativi della teleamministrazione.
Come si
è detto, il superamento della necessità della carta è solo un punto
di partenza di un sistema di teleamministrazione, un presupposto per
una ristrutturazione del lavoro amministrativo e della stessa organizzazione
della Pubblica Amministrazione.
Questi principî
sono stati condensati in un "decalogo", esposto in un pannello
nella sala di questo convegno, e che possiamo brevemente commentare.
IL CITTADINO PRESENTA LA PROPRIA ISTANZA PRESSO UNAMMINISTRAZIONE,
CHE ASSUME LA GESTIONE DELLINTERO PROCEDIMENTO (attuazione dellart.
4, comma 1, della L. 241/90 e dellart. 5, lett. c) del D. Legisl.
n. 29 del 1993).
SI APRE UNA "PRATICA AMMINISTRATIVA" UNICA, INDIPENDENTEMENTE
DAL NUMERO DELLE AMMINISTRAZIONI INTERESSATE.
Oggi ogni
Amministrazione che deve intervenire su di una procedura amministrativa
deve aprire un dossier ampiamente ripetitivo di documenti che
esistono presso altre amministrazioni. Per ogni ufficio si ripetono
gli inconvenienti, le incombenze private e pubbliche, con possibilità
di errori e disguidi e comunque con un dispendio di energie umane, pubbliche
e private, del tutto sproporzionato con gli obbiettivi, e con lallungamento
dei tempi ben noto a tutti i cittadini: solo per spostare documenti
da un ufficio allaltro, possono passare dei mesi; e molti giorni
sono a volte necessari perché le carte giungano dallufficio protocollo
al funzionario che le deve esaminare. Lalternativa che la teleamministrazione
offre è limpostazione di ununica pratica, presso il mainframe
di una sola Amministrazione, che individua nel proprio ambito lufficio
responsabile della gestione complessiva della procedura, in conformità
a quanto previsto dagli artt. sopra citati.
SIA PER I PASSAGGI INTERNI, SIA PER I PARERI E NULLA-OSTA ESTERNI, VIENE
TELEMATICAMENTE INVIATO UN MERO "ALLERTAMENTO" AL TITOLARE
DELLUFFICIO CHE DEVE OPERARE IL SUCCESSIVO INTERVENTO DAL PROPRIO
TERMINALE, DIVENTANDO IL RESPONSABILE DELLA PROCEDURA IN QUELLA FASE
(attuazione dellart. 5, comma 1, della L. 241/90).
Oltre al
superamento del problema degli spostamenti delle carte, la teleamministrazione
crea tutta una serie di protocolli automatici per ogni passaggio
di competenza, previsto dalla legge per la specifica procedura, con
conseguente reale responsabilità del ben individuato funzionario che
deve intervenire. Il protocollo automatico del singolo funzionario determina
un accodamento del lavoro ed un ordine di precedenza che può essere
superato solo per giustificati motivi. Oggi larrivo di un documento
o di un intero dossier cartaceo in un ufficio non perfettamente organizzato
non determina sempre lindividuazione di un responsabile di ciascuna
fase del procedimento (ivi comprese quelle fasi informali di studio
preliminare ed istruttoria in genere). La teleamministrazione, attraverso
un meccanismo di allertamento telematico trasferisce la responsabilità
della fase procedurale dallufficio a quo allufficio che
deve intervenire successivamente, o al singolo funzionario dellufficio,
nellambito della ripartizione del carico di lavoro disposta dal
dirigente. Questa responsabilità relativa alla singola fase non elimina
la responsabilità della procedura in generale, enunciata più sopra.
OGNI INFORMAZIONE RELATIVA A PRESUPPOSTI ESISTENTI PRESSO PUBBLICHE
AMMINISTRAZIONI È ACQUISITA IN VIA TELEMATICA, SENZA ATTIVITÀ DEL CITTADINO
(attuazione dellart. 18, commi 2 e 3, della L. 241/90).
Lobbiettivo
della teleamministrazione è di rendere effettivo quanto enunciato dalla
L. 241/90. In teoria il cittadino avrebbe già diritto a non attivarsi
per mettere in collegamento amministrazioni pubbliche. Ma è certo che
chi desidera non vedere ulteriormente allungati i tempi amministrativi
deve oggi rinunziare ad avvalersi del diritto suddetto e procurare tutte
le documentazioni necessarie.
È utile
sottolineare che con la teleamministrazione dovrebbe finire lera
dei certificati: sia di quelli compilati nel modo più manuale e tradizionale,
sia di quelli compilati da terminali gestiti da impiegati addetti, sia,
infine, dei certificati rilasciati con le più moderne tecniche self
sevice, ai sensi dellart. 15-quinquies D.L. 28 dicembre
1989, n. 415, aggiunto dalla L. di conversione 28 febbraio 1990, n.
38.
LA FIRMA (ELETTRONICA) CONSISTE NELLA IDENTIFICAZIONE DELLIDENTITÀ
DELLOPERATORE A MEZZO DI TECNICHE SOFISTICATE.
La firma
dei documenti cartacei costituisce lattuale metodo di assunzione
della paternità dellatto. Lo stesso obbiettivo è raggiunto
dalla teleamministrazione con tecniche e procedure atte a garantire
la stessa essenziale finalità in modo non solo equivalente, ma con garanzie
addirittura superiori. La firma elettronica non è la mera indicazione
a stampa dellautore (che sulle copie cartacee è comunque necessaria
per palesare la provenienza), ma il risultato dei controlli di identità
di cui appresso; non è neppure la firma copiata dalla carta con uno
scanner e stampata automaticamente sul documento: questo metodo, da
solo considerato, non dà nessuna garanzia contro la contraffazione.
Laccertamento dellidentità dellautore dellatto
potrebbe avvenire attraverso il riconoscimento dellimpronta digitale
o con apposito apparecchio in grado di scrutare il fondo della retina.
Ma il sistema più pratico sembra quello della scheda munita di processore
e di memoria. Sulla memoria della scheda si potrebbero registrare anche
tutti gli estremi degli ultimi interventi, per un riscontro incrociato
con le risultanze del sistema: eventuali discordanze evidenzierebbero
abusive intromissioni nel sistema.
Mentre per
gli atti elettronici che non escono dalla memoria del mainframe non
esistono problemi di garanzia di autenticità, in quanto la sicurezza
del sistema è a monte, garanzie di autenticità specifiche devono essere
previste per le copie cartacee, come si vedrà più avanti. Qui basti
rilevare che la copia cartacea potrà recare anche una firma autografa,
ma questa non sarà quella dellautore dellatto (si rischierebbe
per questa strada di ritornare alla tradizionale amministrazione cartacea),
bensì quella di chi attesta la provenienza della copia.
LORIGINALE
DELLATTO AMMINISTRATIVO È ELETTRONICO E PERTANTO SEMPRE DISPONIBILE
TELEMATICAMENTE PRESSO QUALUNQUE AMMINISTRAZIONE ABBIA NECESSITÀ DI
FARVI RIFERIMENTO.
LA
DISPONIBILITÀ DI MASSE CRESCENTI DI DATI IN LINEA RENDERÀ SEMPRE PIÙ
UTILIZZABILE LA TECNICA DELLE ELABORAZIONI AUTOMATICHE DELLE DECISIONI.
La prima
frase racchiude lessenza stessa della teleamministrazione. In
sostanza si instaurerà un sistema di telelavoro amministrativo,
con la conseguenza che tutto ciò che verrà deliberato sarà un originale
legalmente valido e disponibile per tutti gli uffici che dovranno farvi
ufficiale riferimento. Come ho già avuto modo di scrivere, il solo fatto
di questa disponibilità consentirà di individuare possibili consequenziali
innovazioni nella organizzazione del lavoro e nelle procedure, oggi
solo in parte ipotizzabili: la realtà supererà di certo la fantasia.
Una di queste
innovazioni sarà il massiccio incremento delle elaborazioni automatiche:
su di esse si pone un problema scientifico di notevole interesse, ossia
se si possa a tali elaborazioni attribuire ancora la natura di atti.
Ho già espresso parere negativo e non posso non ribadirlo, in quanto
ne mancano i presupposti, alla luce della teoria generale degli atti
giuridici. La tendenza è comunque verso il potenziamento delle così
dette decisioni automatiche, con soppressione o riduzione delle sfere
di discrezionalità, al duplice scopo di garantire la massima imparzialità
e di accelerare le procedure.
ATTRAVERSO
MEMORIZZAZIONI PLURIME SI GARANTIRÀ LA CONSERVAZIONE DEGLI ATTI.
I
RILEVAMENTI STATISTICI SARANNO POSSIBILI IN TEMPO REALE E SOTTO MOLTEPLICI
PROFILI, CON CONSEGUENTE VANTAGGIO ISTRUTTORIO PER LE DECISIONI DI VERTICE.
IL
PRIVATO PUÒ OTTENERE COPIE SU CARTA DEGLI ATTI ELETTRONICI. (Esigenza
che risulterà limitata a pochissimi casi: diverrà inutile entrare in
possesso degli atti che oggi vengono chiesti solo per essere portati
ad altre P.A.).
Il privato
può avere interesse generico al documento cartaceo e talora un interesse
specificamente collegato ad un obbligo di legge: si pensi al diploma
di laurea ed alla licenza di commercio, per la quale ultima è previsto
lobbligo dellaffissione. La maggior parte degli atti, tuttavia,
se interessano solo ai fini di procedure presso altre amministrazioni,
non dovranno essere neppure stampati, ma solo resi disponibili nella
rete della P.A. È comunque ovvio che ogni stampato che esce da una amministrazione
è solo copia dellatto che in originale è elettronico. E
come copia conforme verrà attestato dalladdetto alla stampante.
In alternativa alla firma del funzionario addetto possono essere previste
altre forme di garanzia anticontraffazione, estendendo a queste ipotesi
le indicazioni di cui al citato art. 15-quinquies D.L. 28 dicembre
1989, n. 415.
III
- FASI E PROBLEMATICHE DELLO SVILUPPO DEL SISTEMA
1) Uno
sforzo interdisciplinare per un obbiettivo ambizioso e complesso.
Enunciare
la filosofia di base della teleamministrazione, come si è visto, non
è difficile. Più articolato e complesso è tuttavia lapprofondimento
di tutte le implicazioni, sia dal punto di vista delle difficoltà da
superare, sia sotto il profilo degli effetti positivi, che saranno consequenziali
a condizione che siano anchessi perseguiti in modo indissolubile
rispetto al mero dato della forma elettronica e della rete della P.A.
Per ottenere
il massimo dei risultati occorre uno sforzo interdisciplinare che coinvolga
giuristi ed informatici fin dalla impostazione di un sistema hardware
e software specializzato. Occorrerà poi una stretta collaborazione con
i singoli uffici ai quali il sistema andrà applicato in concreto. È
importante che oggi sia le Pubbliche Amministrazioni, sia le imprese
dinformatica abbiano acquisito la consapevolezza che i prodotti
non vanno preparati dalle prime ed offerti alla P.A. sotto forma di
"pacchetti" preconfezionati, adattabili solo in parte. Oggi
la P.A., sulla base di una più diffusa cultura informatica, è in grado
di proporre la creazione di sistemi di nuova concezione. Sistemi svincolati
anche da remore giuridiche fondate sullius conditum, che
in passato hanno condizionato informatici ed operatori della P.A. Ribadisco
quanto ho già enunciato negli scritti citati nelle note precedenti:
fino ad oggi linformatica si è adattata al diritto vigente, con
risultati non sempre soddisfacenti, principalmente perché le procedure
informatiche hanno costituito e tuttora costituiscono una duplicazione
delle attività formali, che sono rimaste cartacee. Come è stato esattamente
osservato, "linformatica non è uno strumento aggiuntivo nella
P.A., ma uno strumento di riforma".
2) - La
fase di ricerca sperimentale e lestensione dei risultati allintera
P.A. Il ruolo dellAutorità per linformatica.
Non si può
pretendere di investire con disposizioni innovative, praticamente rivoluzionarie,
una realtà come la P.A. nazionale, avente le dimensioni di quella evidenziata
nella prima parte di questa relazione; appare necessaria una fase di
sperimentazione, atta a creare e collaudare i prototipi delle varie
soluzioni organizzative, tecniche e procedurali. Correzioni di errori
e ripensamenti sono molto meno traumatici in una dimensione ridotta.
A differenza
di quello che si potrebbe pensare, il passaggio attraverso una fase
sperimentale può fare guadagnare tempo, sempre che la si avvii tempestivamente
e con il necessario presupposto di mezzi. Daltra parte pretendere
di applicare soluzioni studiate a tavolino direttamente su tutto il
tessuto della P.A. nazionale sarebbe non solo pericoloso, ma addirittura
frenante di quella più rapida attuazione che solo una preventiva sperimentazione
può garantire. Adeguatamente finanziata, la sperimentazione potrebbe
esportare le prime indicazioni fin dal compimento del primo anno: indicazioni
dirette soprattutto alla opportunità di impostare i sistemi delle altre
P.A. nel modo più compatibile possibile con la successiva fase di estensione
della teleamministrazione. È da presumere che, dopo 36 mesi, la fase
di sperimentazione sarà conclusa e che i risultati globali saranno esportabili.
Il polo della sperimentazione potrebbe cessare di essere sede di sperimentazione,
oppure potrebbe essere mantenuto allo scopo di perseguire continui perfezionamenti
legati allaffinamento delle tecniche pure, delle soluzioni organizzative,
delle procedure amministrative, dei sistemi di lavoro.
Al ruolo
di sede della sperimentazione si è candidata lUniversità di Cagliari,
fin dal febbraio 1991, quando il Senato accademico approvò il progetto
di ricerca sperimentale sulla teleamministrazione, trasmettendolo al
M.U.R.S.T., come si è già detto.
La ricerca
sperimentale è proporzionalmente allimportanza del problema
poco costosa; non economicissima, dato che si devono creare una
serie di prototipi coordinati, costituenti complessivamente il prototipo
teleamministrazione. Se è vero che nei momenti di crisi gli investimenti
per la ricerca devono essere incrementati per avviare la ripresa produttiva,
linvestimento per la sperimentazione della teleamministrazione
costituisce una occasione rispetto alla quale la proporzione tra investimento
e successiva fase di recupero in produzione presenta un rapporto di
estrema convenienza sia dal punto di vista della quantità che della
immediatezza e certezza dei risultati.
Rispetto
al problema dei tempi di cui sopra non si può non rilevare che sono
trascorsi oltre due anni di assoluta inerzia, giustificata in parte
dalla novità (nel 1991) del progetto e dalla non eccessiva abbondanza
dei fondi da ripartire tra gli atenei. Oggi la remora della novità (con
la conseguente necessità di meditata valutazione) è superata; anche
il problema dei fondi va visto in unottica generale nazionale
e non nellambito di un riparto di stanziamenti limitati. Conseguentemente
il Governo deve evitare di cadere nella stasi ingiustificata, di fronte
alla gravità della situazione cui va posto rimedio.
A seguito
del decreto legislativo 12 febbraio 1993, n. 39, lAutorità per
linformatica pubblica ha, tra le sue numerose attribuzioni, il
compito di dettare norme in materia, coordinare, promuovere e sovrintendere
alla realizzazione di progetti (art. 7). La teleamministrazione si pone
tuttavia in una posizione di particolare avanguardia e sembra ricadere
piuttosto nella previsione dellart. 5, comma 2, del suddetto decreto:
in tale comma sono infatti previsti "progetti innovativi",
gestiti direttamente dallAutorità. In sostanza lart. 7 fa
salva la realtà attuale, preoccupandosi di renderla efficiente nella
misura massima, soprattutto dal punto di vista delle interconnessioni
tra le varie P.A. e delle compatibilità. Per il futuro (si spera prossimo)
la teleamministrazione dovrebbe diventare "il progetto",
valido per lintero sistema della P.A. nazionale: quindi, ai sensi
dellart. 5, il ruolo dellAutorità dovrebbe essere di particolare
coinvolgimento, a partire dalla fase di sperimentazione, essendo questa
il presupposto temporale e logico-operativo per la estensione alle amministrazioni
diverse da quella sperimentante.
Le conclusioni
della sperimentazione dovrebbero essere "certificate" dallAutorità
per linformatica per diventare regola base dellintera P.A.
nazionale. Infatti il 100% dei vantaggi della teleamministrazione si
raggiunge solo con linserimento globale di tutte le amministrazioni,
perché, come si è detto, ogni "isola" che non si adegui al
nuovo sistema implicherà non solo larretratezza nel proprio ambito,
ma imporrà le vecchie procedure in tutte le occasioni di rapporti con
le altre amministrazioni, ancorché queste abbiano già adottato la teleamministrazione.
Pertanto, pur con la dovuta gradualità, il nuovo sistema dovrà diventare
obbligatorio per tutte le pubbliche amministrazioni.
3) Altri
profili del progetto.
Collegamento
della teleamministrazione ai mondi cartacei: a) alle documentazioni
create prima dellintroduzione del nuovo sistema. Nel periodo
di transizione tra il vecchio sistema e la teleamministrazione non sarà
infrequente la necessità di utilizzare documenti cartacei precedenti.
Il trascorrere del tempo renderà sempre meno frequente tale necessità,
che nei primi periodi potrà effettivamente creare qualche ostacolo al
pieno conseguimento dei risultati. Linconveniente potrà essere
attenuato memorizzando sotto forma di immagine i documenti vecchi di
più frequente uso, al fine di averli disponibili al terminale, senza
dovere consultare larchivio cartaceo.
Segue: b) al mondo esterno alla P.A. In una prospettiva un po
più proiettata nel futuro, attraverso linee telefoniche ovvero usufruendo
di terminali predisposti ad hoc, i cittadini (o almeno le imprese, i
professionisti e comunque coloro che hanno più contatti con le amministrazioni
pubbliche) potranno colloquiare in via telematica, con garanzie contro
eventuali abusi nelluna o nellaltra direzione; si potranno
così ridurre notevolmente i documenti cartacei provenienti dallesterno
e da trattare in un sistema che tendenzialmente rifiuta le carte. Questa
evoluzione ulteriore porterebbe vantaggi ad entrambe le parti: alla
P.A. che non dovrebbe coordinare carte private con procedure pubbliche
non più cartacee; al privato che eviterebbe tutti gli attuali inconvenienti:
recarsi presso un ufficio, a volte in città diversa, vincolarsi ad orari,
sottostare a file e perdite di tempo; un vantaggio congiunto per P.A.
e privato può derivare dal sistema che, opportunamente predisposto per
un controllo automatico degli errori formali, se riscontra irregolarità,
poniamo, in una istanza, rifiuta lintervento del privato, fornendogli
automaticamente spiegazioni.
Nel frattempo
gli atti del privato in arrivo in forma cartacea vanno protocollati
secondo le regole tradizionali. Ma con gli scanners si potrà memorizzare
una copia, per renderla disponibile in rete senza dovere ricorrere allarchivio
cartaceo, che comunque coesiste.
Restano
sempre infine le necessità di fornire al privato copie di atti, ma di
ciò si è già detto.
Standardizzazione
degli atti sotto i profili del contenuto e dellE.D.I. Prevenzione
delle disparità di trattamento. Una delle caratteristiche di un
sistema di teleamministrazione è la standardizzazione degli atti. La
standardizzazione ha due aspetti: uno contenutistico, consistente nella
predisposizione di tutte le premesse e contenuti necessari, nonché di
tutte quelle indicazioni ulteriori suggerite dalla prassi consolidata
o comunque studiate in via generale dallufficio per gli atti di
tipo ricorrente. Questo tipo di standardizzazione è sicuramente motivo
di ordine nella Pubblica Amministrazione, né può obbiettarsi che essa
frustri le capacità elaborative individuali del funzionario, posto che
la varietà di soluzioni è in genere sintomo di disparità di trattamento.
Daltronde sembra davvero contro corrente difendere il perpetrarsi
di un sistema nel quale si studiano come nuovi i problemi la cui soluzione
è invece collaudata da tempo; fatta sempre salva la facoltà del singolo
funzionario di evidenziare peculiarità del caso che inducono a discostarsi
dallo schema standard predisposto; fatta salva altresì la possibilità
per la P.A. in generale di rivedere la prassi, nei limiti e con le modalità
oggi consentite dal diritto amministrativo.
Laltro
aspetto della standardizzazione riguarda il così detto E.D.I. (Electronic
Data Interchange): si tratta dello studio di standards a metà strada
tra gli standards di comunicazione e quelli di contenuto, ora accennati.
Ciascuna categoria di atti, per essere più facilmente interpretabile
in qualunque postazione di lavoro, anche in ambito CEE, deve avere una
struttura tipizzata. LE.D.I. si sta oggi sviluppando più in campo
commerciale, dato che la reciproca affidabilità che i partners sono
in grado di accettare, ha consentito di avviare trasmissioni elettroniche
di atti tra un operatore commerciale e laltro, oppure tra diverse
sedi di una grande impresa.
Un sistema
di teleamministrazione, comunque, anche indipendentemente dalla standardizzazione
contenutistica, renderà sempre più difficile la disparità di trattamento,
colposa o intenzionale che sia. Infatti la sola possibilità di ricercare
in tempo reale tutti i precedenti simili renderà evidente la soluzione
da accogliere al funzionario istruente, al capo ufficio, ai controllori
ed agli stessi interessati, se non si decide espressamente di mutare
indirizzo. Nel mondo delle carte già esistono prassi note per atti molto
ricorrenti; ma fattispecie che si verificano poche volte lanno
sono in genere trattate sempre come casi nuovi, anche perché non sempre
vengono affidate alla stessa persona. Se però tutto è disponibile "in
linea" ed "in tempo reale", anche fattispecie non frequenti
possono essere considerate ricorrenti, agli effetti della prevenzione
della disparità di trattamento.
Residue
necessità di usare la carta negli uffici (stampe provvisorie, strumentali
e di lavoro). In un sistema di teleamministrazione non vi dovrebbe
essere necessità di produrre carta. Tuttavia non possiamo nasconderci
che ognuno di noi è nato e cresciuto in un mondo dominato dalla carta
ed è pertanto abituato a lavorare più con essa che con scritture che
appaiono su di un monitor. Nulla impedisce quindi alla nostra generazione
di stampare frequentemente copie di lavoro su carta di ciò che si sta
elaborando al terminale della P.A., correggere e riportare le correzioni
nel testo in forma elettronica.
La visualizzazione
su carta diventa ancora più importante per i tabulati di riepilogo,
a scopi statistici o di riscontro in genere: anche essi continueranno
ad esistere.
Garanzie
di conservazione dei documenti ed in genere e di tutto il lavoro amministrativo.
Si tratta sia di utilizzare tecniche di conservazione su supporti che
garantiscano un durata nel tempo, sia di garantire i lavori in corso
da perdite dovuti a guasti o attività criminose. Le garanzie sono possibili
utilizzando la tecnologia così detta worm, ossia la memorizzazione su
dischi a scrittura laser, non cancellabile. Tale memorizzazione dorrebbe
avvenire non solo nellambito del mainframe, ma anche in luoghi
separati, distanti e protetti. Naturalmente, per ogni errore, anche
banale, occorre attivare una procedura palese di correzione, che lasci
traccia della precedente versione.
IV
- CONCLUSIONI
Se si saprà
agire con decisione, non solo si perseguiranno gli obbiettivi di incremento
della produttività della P.A. e del Paese in generale, ma si darà un
chiaro segnale di ripresa e di modernità ai nostri partners internazionali
e non sarà difficile risalire posizioni nella graduatoria dei paesi
più industrializzati, offrendo una "vetrina" per soluzioni
di amministrazione pubblica di assoluta avanguardia.
Di taluni
obbiettivi enunciati dalla L. 7 agosto 1990, n. 241 si è già detto;
in realtà ogni principio innovativo della legge, pur non essendo teoricamente
incompatibile con il sistema di amministrazione cartaceo, diventa concretizzabile
solo in un sistema di teleamministrazione: solo avendo nelle memorie
la stessa attività amministrativa (e non già copia successiva di precedente
attività cartacea) è concretamente possibile dare attuazione al diritto
allinformazione, disciplinato dagli artt. 5, 7, 8, 10 e 22 della
suddetta legge: si tratta delle informazioni che dufficio devono
essere inviate allinteressato (una cartolina potrebbe essere stampata
in modo automatico dal sistema) oppure di altre informazioni richieste
dal cittadino; solo un sistema avanzato può fornire tutto ciò in tempo
reale, sicuramente completo ed esatto e, ciò che più conta, senza sconvolgere
il normale lavoro dufficio, ma impegnando un solo impiegato presso
un terminale. In prospettiva possono essere attivati anche terminali
self service, previa distribuzione ai cittadini di tesserini elettronici
abilitativi.
Tra i vantaggi
che si profilano vorrei ipotizzare la motivazione del personale
pubblico, oggi sfiduciato per il fatto di essere consapevole di operare
in una organizzazione inefficiente, ma domani coinvolto in un nuovo
sistema, che potrebbe prevedere nuove modalità di lavoro, anche domiciliare
e compensi per la produttività, obbiettivamente accertata dallelaboratore
(in linea, quindi, con il D. legisl. n. 29/93, cit.). Al disordine attuale
seguirebbe un ordine non più affidato alla buona volontà ed allattitudine
del singolo, ma alla strutturazione del sistema informatico. Ogni ricerca
di atti avverrebbe attraverso più canali possibili (parole libere; classificazioni;
date; autori...), anche sulla base di dati incompleti o incerti.
Per finire
una osservazione che apre il campo ad una possibile, importante innovazione
nel diritto amministrativo: oggi abbiamo in genere un procedimento,
consistente in una sequenza di atti di più autorità, richiamati poi
tutti nellatto conclusivo. Con la teleamministrazione, divenendo
unica la pratica presso un solo mainframe; dovendo le varie autorità
intervenire su di essa; essendosi ridotti al minimo i tempi tra una
fase e laltra, nulla esclude che possa essere emanato un unico
atto, che racchiuda in sé gli interventi di tutte le autorità e degli
uffici che la legge contempla per quel tipo di determinazione. Con ciò
avremmo sostituito al procedimento un unico atto complesso, essendo
appunto caratteristica degli atti complessi quella di racchiudere lespressione
di più volontà autonome, necessarie e confluenti in un risultato giuridico
unitario (non contrattuale).